PROGETTO DIOCESANO DI PASTORALE DELLE VOCAZIONI

DIOCESI DI MAZARA DEL VALLO

Ufficio per la pastorale delle vocazioni

PROGETTO DIOCESANO DI PASTORALE DELLE VOCAZIONI
“Chiamati a servire il Popolo di Dio”

Premessa

Ogni vocazione “è la storia di un ineffabile dialogo tra Dio e l’uomo, tra l’amore di Dio che chiama e la libertà dell’uomo che nell’amore risponde a Dio” (Pastores dabo vobis, n. 36).

Ogni specifica vocazione nasce dall’iniziativa di Dio, è dono della Carità di Dio. Lo Spirito Santo continua a suscitare risposte generose all’azione misericordiosa e coinvolgente dell’amore divino. È un amore senza riserve che ci precede, ci sostiene e ci chiama lungo il cammino della vita e ha la sua radice nell’assoluta gratuità di Dio. Insegnava Benedetto XVI  che “a seminare nel cuore dell’uomo è sempre e solo il Signore. Solo dopo la semina abbondante e generosa della Parola di Dio ci si può inoltrare lungo i sentieri dell’accompagnare e dell’educare, del formare e del discernere. Tutto ciò è legato a quel piccolo seme, dono misterioso della Provvidenza celeste, che sprigiona da sé una forza straordinaria. È infatti la Parola di Dio che di per se stessa opera efficacemente quanto dice e desidera” (dal Discorso di Benedetto XVI ai partecipanti al Convegno europeo sulla pastorale vocazionale, Roma, luglio 2009).

Varietà delle vocazioni: «Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio» (1Pt 4,10).

Esistono nella Chiesa e nel mondo varie vocazioni che, mentre su un piano teologico esprimono la somiglianza divina impressa nell'uomo, a livello pastorale-ecclesiale rispondono alle varie esigenze della nuova evangelizzazione e del servizio all’intera umanità, arricchendo la dinamica e la comunione ecclesiale[1].  
“Tutti i membri della Chiesa, nessuno escluso, hanno la grazia e la responsabilità della cura delle vocazioni” (Pastores dabo vobis, n. 41).
La Comunità ecclesiale è il luogo dove si esprimono tutte le diverse vocazioni suscitate dal Signore. Ogni vocazione, che viene da Dio tramite la Chiesa, è un dono destinato alla edificazione della Chiesa e alla crescita del regno di Dio nel mondo. In tal senso la pastorale delle vocazioni ha come soggetto attivo, come protagonista, la comunità ecclesiale come tale, nelle sue diverse espressioni.


Il Progetto di pastorale delle vocazioni: prospettiva unificante di tutta la pastorale

Le Costituzioni (C.S.) del XV Sinodo diocesano, entrate in vigore il 1 gennaio 1997, affermano: “L’impegno nel promuovere e favorire la molteplicità dei ministeri ordinati, istituiti o di fatto, non può prescindere da un’adeguata pastorale vocazionale. Perciò, ricordando la preziosità di tutte le vocazioni, devono essere incoraggiate la pastorale vocazionale e tutte quelle iniziative volte a promuovere la coscienza della dignità della importanza del ministero dei coniugi e del ministero ordinato, nonché il significato ecclesiale della consacrazione contemplativa, religiosa e secolare”. (C.S. n. 9.1). Il documento sinodale invita inoltre “di non considerare la pastorale vocazionale come uno dei settori della pianificazione globale della pastorale diocesana, ma come suo momento fondamentale, prevedendo, soprattutto nel selezionare e organizzare le risorse disponibili, il coinvolgimento di tutte le componenti e gli organismi della Chiesa particolare”.
Con l’elaborazione del presente “Progetto di pastorale delle vocazioni”, dunque, si desidera coinvolgere - nella mirabile varietà dei carismi dati dallo Spirito per l’utilità comune - ogni fedele e ogni ministro della nostra Chiesa locale nel tentativo di qualificare di efficaci dinamiche vocazionali tutti gli ambiti della pastorale diocesana. Tra questi, poi, in particolare attenzione merita la pastorale giovanile. Il riconoscimento e l’accompagnamento delle vocazioni, infatti, trova in special modo nella pastorale giovanile il suo spazio vitale; e la pastorale giovanile diventa completa ed efficace quando si apre alla dimensione vocazionale. Certamente la cura delle vocazioni, cioè l’accoglienza premurosa e l’ascolto attento delle persone che il Signore ci affida, deve essere sempre accompagnata da una testimonianza gioiosa e fedele della vocazione ricevuta e da uno stile di vita comunitaria all’insegna della gratuità, della generosità e della fraternità.
Obiettivo generale del progetto :

Creare una CULTURA VOCAZIONALE ed  aiutare i giovani a
 - scoprire l’importanza di dare un senso autentico alla propria vita
 - fondare il senso della propria vita in Cristo

La finalità ultima del Progetto è quindi quella di sostenere i giovani nella formazione di una autentica libertà, di una umanità in grado di dialogare con Dio, di riconoscere e di accogliere la sua chiamata. Come afferma Mons. Luciano Monari, attuale vescovo di Brescia,  “la prima, fondamentale vocazione comune a tutti gli uomini è quella di ‘diventare uomini’, e caratteristica della natura umana è quella di essere un progetto aperto, incompleto, che si costruisce progressivamente, attraverso molteplici scelte e comportamenti” (dalla relazione “Il presbitero per una Chiesa ricca di vocazioni, Luciano Monari, 2007).


QUESTO OBIETTIVO GENERALE VA DECLINATO IN OBIETTIVI SPECIFICI:

1° Formare animatori vocazionali

Se la vocazione è dono di Dio è importante che si individuino nelle nostre comunità parrocchiali persone disposte a formarsi per aiutare ciascun fedele (adolescente, giovane, adulto) a rispondere con generosità alla chiamata di Dio tenendo sempre presenti l’azione imprevedibile dello Spirito e la libertà di ognuno.

Dare un’attenzione particolare e specifica alle vocazioni al ministero ordinato e a quelle di speciale consacrazione

Tutte le vocazioni hanno un carattere di complementarietà e di reciprocità. Ma tutti i membri della Chiesa hanno la responsabilità della cura delle vocazioni sacerdotali. «Il Concilio Vaticano II è stato esplicito  quanto mai nell’affermare che “il dovere di dare incremento alle vocazioni sacerdotali spetta a tutta la comunità cristiana, che è tenuta ad assolvere questo compito anzitutto con una vita perfettamente cristiana” (Optatam totius, n. 2). Le vocazioni si raccolgono fondamentalmente nelle tre forme generali di vita dei laici, dei ministri ordinati e dei consacrati. Se è vero che la comunità cristiana promuove l’intero arco di queste possibilità, tuttavia si impegna in modo particolare a favore del ministero ordinato, “poiché essa deve in qualche modo garantire la propria permanenza, il proprio futuro” e assicurare “il fondamento oggettivo della Chiesa, soprattutto attraverso l’Eucaristia”» (cfr. La formazione dei presbiteri nella Chiesa Italiana, nn. 27-29).

3° Rafforzare l’opera dell’Ufficio diocesano per la pastorale delle vocazioni
L’Ufficio esprime l’impegno della nostra Chiesa per l’animazione vocazionale, promuovendo e coordinando le attività di orientamento vocazionale nelle parrocchie e nelle comunità cristiane della diocesi, sotto la guida e la responsabilità del Vescovo.  In particolare l’Ufficio coordinerà le sue iniziative e proposte con il Servizio diocesano di pastorale giovanile.

4° Istituire e promuovere gli “Amici del Seminario”
Se il Seminario è il “luogo” privilegiato di verifica vocazionale per i giovani che prendono in considerazione la possibilità di consacrare la propria vira a servizio di Dio e dei fratelli (cfr. C.S. n. 9.3.g.), resta urgente trovare donne e uomini di buona volontà che vogliano, con aiuti materiali e con la preghiera assidua, sostenere l’impegno formativo del Seminario e per salvaguardare e curare l’immobile storico. Gli “Amici del Seminario” saranno una risorsa importante per il futuro della più preziosa “istituzione vocazionale” della nostra Chiesa (cfr. C.S. n. 46)



5° Sottolineare e mettere in pratica il carattere vocazionale della catechesi e di ogni attività di evangelizzazione  
In tutto il percorso catechistico (dall’iniziazione cristiana in poi) non si può non rimarcare la costante e decisiva azione di  Dio che ci chiama e ci viene incontro come figli ed amici. Il cammino di preparazione alla cresima dei ragazzi e dei giovani resta decisivo per ogni scelta autentica nella sequela del Signore.


QUATTRO INDICAZIONI OPERATIVE

Gli obiettivi specifici si traducono in quattro indicazioni operative. Le  indicazioni operative raggruppano le esperienze ed i suggerimenti pratici che desideriamo proporre o “potenziare” in questi prossimi anni: PREGARE - FORMARE - SERVIRE - RISVEGLIARE

PREGARE
«Pregare per le vocazioni significa ricordare e confessare che la vocazione viene dall’alto, da Dio, per Cristo, nella potenza dello Spirito Santo: Dio è il soggetto che plasma le chiamate e solo lui le può sostenere. La vocazione non può essere ridotta, all’assolvimento di una funzione, ad un servizio, ma è anzitutto un dono che deve essere implorato. (…) Fidandoci dell’iniziativa di Dio quale Padre e di Gesù, il Pastore della Chiesa, non ci è dato di fare una preghiera ansiosa, quasi angosciata per le vocazioni e soprattutto per le vocazioni che vorremo noi, che noi desideriamo per noi stessi, magari per la nostra sopravvivenza, senza chiederci se questa domanda sta sotto il primato della venuta e dell’estensione del Regno» (Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose).

Suggerimenti pratici
a)    Inserire,  almeno nelle celebrazioni eucaristiche domenicali e festive,  una intenzione di preghiera per le vocazioni al ministero ordinato.
b)    Celebrare, almeno una volta al mese, una “adorazione eucaristica foraniale o cittadina” per le vocazioni.
c)    “Preghiera in Seminario”: Tutte le domeniche di Avvento e Quaresima,  alle ore 18.30,  Adorazione eucaristica  e celebrazione dei Vespri.
d)    Santa Messa per le vocazioni, ogni primo giovedì del mese alle ore 18.15, in Seminario (da novembre a giugno).
e)    Celebrare l’annuale Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Nel 2014 la Giornata è in programma per l’11 maggio 2014.
f)     Giornata diocesana per il Seminario (da celebrare la seconda domenica di Pasqua).
g)    Pregare per le vocazioni con la liturgia delle ore. Intenzioni da aggiungere alle invocazioni delle Lodi e alle intercessioni dei Vespri. Il sussidio “Preghiamo per le vocazioni con la liturgia delle ore”, offerto a chi ne farà richiesta, si propone di creare una rete di preghiera quotidiana, affinché essa rappresenti sempre più il fulcro e il cardine di tutta la pastorale vocazionale.
h)    Fissare dei “Punti di riconciliazione”: indicare con un dépliant i luoghi e i presbiteri-religiosi/religiose dove è possibile celebrare il sacramento della confessione e/o l’accompagnamento spirituale.

FORMARE
«Una buona  pastorale vocazionale non si dà senza buoni operatori pastorali. È non può esserci dubbio sul fatto che un operatore pastorale non si improvvisa» (dal Messaggio per il 1° percorso regionale per animatori vocazionali di mons. Salvatore Di Cristina, vescovo delegato regionale per la pastorale delle vocazioni).

Suggerimenti pratici
a)    Attivare un corso di formazione specifica per animatori vocazionali (tre fine settimana all’anno).
b)    Creare Laboratori vocazionali nelle parrocchie (incontri specifici con i cresimandi e con i genitori dei ragazzi che partecipano alla catechesi).
c)    “Amare X Vivere”: Comunità giovanile vocazionale (dai 17 ai 30 anni).
d)    “Tutti chiamati”: celebrare una giornata diocesana annuale su tematiche proposte dall’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni, da svolgersi nella prima parte dell’anno pastorale.
e)    Attivare in ogni parrocchia un gruppo ministranti.
f)     Celebrare la Festa diocesana dei ministranti (pomeriggio della terza domenica di Pasqua).
g)    Organizzare un pellegrinaggio diocesano dei ministranti a Roma per incontrare il Papa e rinnovare la professione di fede (prima settimana di giugno).
h)    Fare incontrare i seminaristi con le comunità parrocchiali della Diocesi (in una domenica dell’anno concordata con i parroci).
i)     Invitare alla partecipazione ai percorsi nazionali e regionali per animatori vocazionali.
l)     Scuola biblica del Seminario (ogni mercoledì da ottobre a maggio).
m)   “Eccomi con gioia”. Festival della musica e del canto vocazionale (da celebrarsi ogni anno nell’ultima settimana di luglio).

SERVIRE
«L'amore e il servizio danno senso alla nostra vita e la rendono bella, perché noi sappiamo per che cosa e per chi ci impegniamo. È nel nome di Cristo che ci ha amati e serviti per primo. Che vi è di più grande del sapersi amati? Come non rispondere gioiosamente all'attesa del Signore? L'amore è la testimonianza per eccellenza che apre alla speranza; il servizio dei fratelli trasfigura l'esistenza; esso manifesta che la speranza e la vita fraterna sono più forti di ogni tentazione alla disperazione. L'amore può trionfare in ogni circostanza» (Giovanni Paolo II, Giornata Mondiale della Gioventù, Parigi, agosto 1997).

Suggerimenti pratici
a)    Proporre esperienze di pastorale di strada, come annuncio di una possibilità “altra” di intendere la vita: realizzazione di incontri di piazza, con momenti aggregativi e annuncio (“tenda dell’incontro”, invito alle iniziative diocesane con volantini e mostre).
b)    Proporre diverse esperienze di servizio concreto (mense, case per anziani, visita agli ammalati, “vendemmia della legalità”, ecc.).
c)    Partecipare a esperienze di cooperazione missionaria (dove vivono i nostri missionari, nella Chiesa in Tunisia, ecc.).
d)    Promuovere esperienze per giovani “Vieni e vedi”.


RISVEGLIARE
Se è vero che tutta la comunità cristiana deve testimoniare con gioia e serenità il “Vangelo della vocazione”, il presbitero, in particolar modo - come discepolo di Gesù che realizza la sua vocazione all’amore attraverso il servizio pastorale di guida e di educatore - deve svegliare e dirigere le persone verso il discernimento e il compimento della loro vocazione. Ricordiamoci che le vocazioni si riconoscono - come dono di Dio -  e si incoraggiano, non si inducono. Infatti il prete compie il suo ministero bene solo se porta in sé un’autentica ‘passione’ per le persone, il desiderio che le persone crescano e diventino libere, capaci di amare, capaci di compiere fino in fondo la loro vocazione in Cristo.
Una vocazione presbiterale o una vocazione alla vita consacrata possono sorgere solo dove si ritiene che il ministero del prete o della consacrazione religiosa siano indispensabili per la Chiesa e, conseguentemente, preziose per la società. Chi pensasse, infatti, che l’uomo può vivere in pienezza senza Cristo e quindi senza il Vangelo e i sacramenti, o addirittura pensasse che Vangelo e sacramenti sono vincoli posti allo sviluppo della libertà della persona, non potrebbe pensare alla vita spesa per il Vangelo come a una scelta di amore, fatta in vista del bene degli altri.

Suggerimenti pratici
a)  Suscitare nei giovani la consapevolezza della loro vocazione all’amore e cioè della responsabilità che hanno di crescere in maturità umana. Educare all’amore e cioè ad andare oltre se stessi per incontrare davvero gli altri con le loro caratteristiche e con la loro necessità. Elaborare un percorso formativo su “amore e responsabilità sociale”. L’incontro con gli altri e con la realtà producono comportamenti e verifiche decisive per il rinnovamento di se stessi e per prendere decisioni vitali.
b)  Per far maturare vocazioni è fondamentale l’aiuto a incontrare il Cristo vivente. Il primo “strumento” essenziale è naturalmente il confronto con il Vangelo e gradualmente con tutta la Bibbia (scuola biblica foraniale, lectio divina, settimana biblica, cenacoli del Vangelo o piccole comunità ecclesiali). Il secondo campo dell’incontro con Gesù vivente sono i sacramenti e, in particolare, quel sacramento dell’Eucaristia che accompagna tutta l’esistenza del cristiano. La celebrazione eucaristica è davvero la prima e insostituibile scuola di discernimento vocazionale e di comunione ecclesiale.


Mazara del Vallo, 1 novembre 2013, solennità di Tutti i Santi




[1] “Operai della vigna sono tutti i membri del Popolo di Dio: i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i fedeli laici, tutti ad un tempo oggetto e soggetto della comunione della Chiesa e della partecipazione alla sua missione di salvezza. Tutti e ciascuno lavoriamo nell'unica e comune vigna del Signore con carismi e con ministeri diversi e complementari. (…) Così lo stato di vita laicale ha nell'indole secolare la sua specificità e realizza un servizio ecclesiale nel testimoniare e nel richiamare, a suo modo, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose il significato che le realtà terrene e temporali hanno nel disegno salvifico di Dio. A sua volta il sacerdozio ministeriale rappresenta la permanente garanzia della presenza sacramentale, nei diversi tempi e luoghi, di Cristo Redentore. Lo stato religioso testimonia l'indole escatologica della Chiesa, ossia la sua tensione verso il Regno di Dio, che viene prefigurato e in qualche modo anticipato e pregustato dai voti di castità, povertà e obbedienza. Tutti gli stati di vita, sia nel loro insieme sia ciascuno di essi in rapporto agli altri, sono al servizio della crescita della Chiesa, sono modalità diverse che si unificano profondamente nel «mistero di comunione» della Chiesa e che si coordinano dinamicamente nella sua unica missione. (Christifideles  Laici,  n. 55)

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